Quale sarà l’evoluzione del modello di Corporate Intrapreneurship potenziato dall’Intelligenza Artificiale generativa? Efficienza, oggettività e precisione potranno essere raggiunte dal pensiero artificiale, in fase analitica. Creatività, sperimentazione e relazione col mercato, continueranno ad essere esaltate dal pensiero umano.
Un approccio che arriva da lontano
Il concetto di intrapreneurship è nato nel 1978, quando gli studenti Gifford e Elizabeth Pinchot mentre frequentavano la School for Entrepreneurs di Tarrytown (New York) scrissero un paper con le loro riflessioni sull’intra-corporate entrepreneur.
Qualche anno dopo, nel 1985, l’economista Norman Macrae in un articolo per l’Economist, accreditò Gifford Pinchot come l’inventore della parola intrapreneur. Da lì segui la fortuna del concetto stesso e del suo autore che nello stesso anno ha pubblicato il libro “Intrapreneuring: Why You Don’t Have to Leave the Corporation to Become an Entrepreneur”, tuttora un best-seller. Nel video di alcuni anni fa, Gifford Pinchot in persona spiega in una lezione universitaria cos’è l’intrapreneurship e perché è importante per le aziende.
Perché il fenomeno ha ripreso vigore in questi ultimi anni? Certamente per quella necessità impellente di innovare che tutte le aziende vivono. Ma c’è anche un altro elemento: l’arrivo nel mondo del lavoro dei Millennial e dei Centennials. Queste nuove generazioni hanno un approccio completamente diverso rispetto alle precedenti: non si accontentano di ruoli statici o convenzionali, ma vogliono sentirsi protagonisti e avere un impatto tangibile attraverso il loro lavoro. Alcuni decidono di soddisfare queste ambizioni lanciando una startup, o perlomeno lavorando in una di queste. Altri aspirano a raggiungere gli stessi obiettivi rimanendo all’interno delle aziende in cui lavorano, utilizzando le risorse e le infrastrutture già a disposizione per innovare e avere un impatto reale dall’interno.
La schiera degli intrapreneur si è talmente rafforzata, per lo meno in alcune aree del mondo come gli USA e il Canada, da diventare movimento: la League of Intrapreneurs è una community globale che vuole essere uno spazio per condividere esperienze e risorse, rafforzare la cultura, spargere il seme, sulla base della convinzione che gli intrapreneur siano fondamentali per trasformare le aziende “inside out” e traghettarle verso una nuova economia.
L’arrivo dell’Intelligenza Artificiale Generativa
Il 30 novembre 2022 segna un momento rivoluzionario: il lancio di ChatGPT. Per chi opera nel campo dell’innovazione, si apre una sfida cruciale, quella di integrare e rendere concretamente utilizzabile l’AI nei processi aziendali e nei programmi di cambiamento.
In poco più di un anno, è diventato evidente che l’intelligenza artificiale generativa (AI) rappresenta un elemento chiave per trasformare il modo in cui le aziende affrontano i programmi di innovazione. Questa tecnologia ha dimostrato di poter ottimizzare i processi, ridurre i costi e migliorare sensibilmente la qualità dei progetti sviluppati all’interno delle organizzazioni.
Un esempio concreto
I programmi di innovazione aziendale interna, di Corporate Intrapreneurship, rappresentano un terreno fertile per l’applicazione dell’AI generativa. Questi programmi, progettati per sviluppare sia il mindset innovativo che le competenze pratiche dei dipendenti, possono trarre enormi benefici dalla tecnologia. Tradizionalmente, le prime fasi di un progetto di innovazione richiedono una grande quantità di lavoro analitico e di ricerca, come la valutazione di opportunità di mercato, l’analisi dei competitor e la definizione di modelli di business. Con l’AI generativa, è possibile automatizzare queste attività, liberando tempo prezioso per concentrarsi sugli aspetti sperimentali e applicativi del progetto.
Ad esempio, la creazione di un Lean Business Model Canvas, che tradizionalmente richiederebbe intere giornate di lavoro, può essere velocizzata significativamente con il supporto dell’AI, che fornisce analisi e suggerimenti in tempo reale. Oppure, quando si tratta di identificare soluzioni alternative o esplorare nuovi approcci, l’AI può fungere da catalizzatore, generando idee innovative che i team possono affinare ulteriormente.
L’AI consente di spostare il focus delle persone verso attività a maggior valore aggiunto, come il dialogo con i potenziali clienti e l’analisi dei feedback di mercato. Questo permette di iterare le idee e adattarle più rapidamente alle esigenze del mercato.
Efficienza e scalabilità
Un altro vantaggio significativo dell’AI è la possibilità di scalare i programmi di innovazione, riducendo i tempi di realizzazione di ciascun progetto, le aziende possono coinvolgere un numero maggiore di partecipanti senza aumentare i costi. Questo porta non solo a una diffusione più ampia della cultura dell’innovazione, ma anche a un miglioramento complessivo della qualità dei progetti sviluppati.
Si potrebbe descrivere questa dinamica attraverso una metafora sportiva: l’innovazione dovrebbe essere un gioco a risultato, come il tennis, dove una partita finisce solo quando uno dei due giocatori raggiunge il punteggio necessario per vincere. Questo si contrappone al modello tradizionale, simile a una partita di calcio, in cui il tempo a disposizione è limitato a 90 minuti. Con
l’AI, possiamo avvicinarci di più al modello del tennis, migliorando i risultati a parità di tempo e creando le condizioni per iterare e affinare continuamente i progetti.
Non possiamo garantire il successo di ogni progetto, ma possiamo garantire che, a parità di tempo, il risultato ottenuto sia il migliore possibile grazie al supporto dell’AI.
Verso un nuovo paradigma: dal singolo programma al processo continuo
Guardando al futuro, si immagina un’evoluzione dei programmi di innovazione in veri e propri processi aziendali. In questo modello, ogni dipendente avrebbe la possibilità di proporre e sviluppare idee innovative in qualsiasi momento, senza dover attendere l’apertura di una specifica call aziendale. L’AI potrebbe supportare questa trasformazione fornendo strumenti per l’elaborazione di contenuti, la valutazione delle idee e l’accesso a conoscenze aziendali preesistenti.
Un processo di questo tipo renderebbe l’intraprendenza aziendale molto più flessibile e pervasiva, abilitando una partecipazione proattiva da parte dei dipendenti e riducendo i costi associati all’organizzazione di programmi strutturati.
L’intelligenza artificiale generativa non è solo uno strumento per ottimizzare i processi, ma un abilitatore di cambiamenti strutturali che possono ridefinire il modo in cui le aziende coltivano l’innovazione. L’adozione di questa tecnologia promette di rendere i programmi di innovazione più efficienti, inclusivi e orientati al risultato, aprendo la strada a un futuro in cui l’innovazione non sarà più un evento isolato, ma una pratica continua e diffusa.
*Il primo numero di Beyond The Curve nasce dalla collaborazione di Zest Innovation con aipermind